Tra i molti tipi di interruttori elettrici, andiamo ad analizzare due dei più diffusi, ovvero gli interruttori unipolari e quelli bipolari, analizzandone le differenze e i diversi tipi di utilizzo e collegamento. L’interruttore unipolare è il più classico e diffuso nel campo elettrico ed elettronico: lo troviamo praticamente ovunque, poiché rappresenta il mezzo tramite cui accendiamo la luce, un gesto quotidiano che ci troviamo a fare infinite volte al giorno.
Si tratta di un piccolo e semplice componente dal costo ridotto, ma dalla funzione fondamentale: dotato di due morsetti, serve ad aprire o chiudere il contatto della fase, interrompendo solo un polo del collegamento elettrico. ll cablaggio si rivela estremamente facile, in quanto consiste nell’inserimento della fase – il filo che trasporta la corrente, solitamente di colore nero – all’interno di uno dei due morsetti.
L’interruttore bipolare non è molto diverso o più difficile da gestire in termini d’installazione e funzionamento, ma la differenza è che interrompe tutti e due i poli del collegamento elettrico, sia la fase che il neutro, al contrario dell’unipolare che ne interrompe solo uno. È piuttosto facile riconoscere un interruttore bipolare già dal punto di vista estetico, dato che è caratterizzato da dei simboli che ci fanno capire la posizione di accensione e di spegnimento.
Anche in questo caso il cablaggio è relativamente semplice: si tratta di inserire i cavi di fase e neutro e farli uscire dai connettori, per poi collegarli alla presa elettrica. Oltre all’estetica e alla leggera differenza di cablaggio, i due interruttori si differenziano principalmente per il loro utilizzo: mentre un interruttore unipolare viene generalmente utilizzato per l’accensione e spegnimento delle luci, quello bipolare viene usato in contesti che prevedono dei carichi particolarmente critici o pesanti di corrente elettrica, ad esempio nel caso di dispositivi come lavatrici e forni.
L’interruttore bipolare, infatti, nasce precisamente per interrompere il flusso di corrente di una presa. Due accortezze che vale la pena ricordare, prima di mettere di metter mano ad un impianto elettrico, sono di rispolverare il codice colori, in modo da agire in sicurezza, di staccare la corrente prima di lavorare, per evitare un contatto pericoloso, e di riattaccarla solo ad intervento terminato, e non prima. Un piccolo consiglio: se l’impianto su cui ci si trova a intervenire non rispecchia in toto i requisiti normativi, e di conseguenza il codice colore, per identificare la fase si può ricorrere ad un cacciavite particolare che, a differenza di quelli tradizionali, è dotato di una spia che si accende quando va in contatto con la fase.