Con il crescente interesse per le soluzioni di mobilità sostenibile, molti si domandano quale sia l’effettivo impatto ambientale delle auto elettriche e ibride, soprattutto in termini di riduzione delle emissioni di CO2 rispetto ai veicoli tradizionali.
Ne abbiamo parlato con i ragazzi di rottamazionegratisroma.it che ogni giorno rottamano gratuitamente auto a Roma e si rivolgono a persono che valutano l’acquisto di un nuovo mezzo elettrico o ibrido.
In questo articolo analizzeremo le differenze principali tra i veicoli elettrici, ibridi e a combustione interna, valutando il loro ciclo di vita e il ruolo delle fonti energetiche.
Emissioni allo scarico: un confronto tra auto elettriche, ibride e tradizionali
Le auto elettriche offrono un vantaggio significativo: zero emissioni allo scarico. A differenza dei veicoli tradizionali, che emettono CO2 a ogni chilometro percorso, i veicoli elettrici non producono emissioni dirette durante l’uso, riducendo in modo netto l’inquinamento atmosferico, soprattutto nelle aree urbane, dove il traffico è una delle principali cause della scarsa qualità dell’aria.
Per comprendere meglio, facciamo un confronto: una vettura a benzina produce in media circa 0,124 kg di CO2 per chilometro, mentre un’auto a metano ne emette leggermente meno, circa 0,103 kg/km. Le ibride, grazie alla combinazione di motori elettrici e a combustione, riducono ulteriormente le emissioni, attestandosi su circa 0,113 kg/km. Dall’altro lato, le auto elettriche non emettono affatto CO2 allo scarico, offrendo un beneficio evidente in termini di emissioni locali.
L’impatto ambientale complessivo: il ciclo di vita dei veicoli
Sebbene le auto elettriche non emettano CO2 durante l’uso, per valutare il loro reale impatto ambientale è necessario considerare l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla produzione all’utilizzo fino al riciclo delle componenti. Questo approccio include le emissioni generate durante la produzione delle batterie, che richiede materiali critici come litio e cobalto, e la ricarica delle batterie, che dipende dal mix energetico utilizzato.
Il ciclo di vita di un’auto elettrica comporta, in media, emissioni di circa 12,2 tonnellate di CO2 per una percorrenza di 75.000 chilometri. A titolo di confronto, una vettura a benzina, per lo stesso chilometraggio, emette circa 15,1 tonnellate, mentre un’ibrida ne produce circa 13,8 tonnellate. Questo significa che, pur considerando le emissioni legate alla produzione delle batterie, le auto elettriche risultano comunque più ecologiche dei veicoli tradizionali a lungo termine.
Le batterie, tuttavia, rappresentano uno dei punti critici: la loro produzione genera un’impronta di carbonio significativa, che può essere ridotta soltanto con l’utilizzo di tecnologie più pulite e cicli di vita estesi, includendo il riciclo e il riutilizzo dei materiali.
Il ruolo delle fonti di energia per la ricarica
L’impatto ambientale delle auto elettriche dipende fortemente dalle fonti energetiche utilizzate per la ricarica. Attualmente, circa il 39% dell’elettricità prodotta in Italia proviene da fonti rinnovabili, come l’energia eolica e solare. Se l’auto elettrica viene ricaricata usando energia proveniente da queste fonti, l’impatto in termini di CO2 si riduce notevolmente. Al contrario, se la ricarica avviene con energia prodotta da fonti fossili, come il carbone o il gas naturale, l’impatto ambientale può essere paragonabile a quello di un veicolo ibrido o persino di un’auto tradizionale, specialmente se consideriamo l’energia necessaria per produrre e smaltire le batterie.
Un elemento chiave per massimizzare i benefici ambientali delle auto elettriche è quindi l’incremento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico. Un aspetto che sarà sempre più cruciale man mano che la transizione verso la mobilità elettrica prosegue.
Le sfide future: elettrico, ibrido o altre soluzioni?
Nonostante i progressi tecnologici, l’autonomia delle batterie rappresenta ancora una delle principali sfide per le auto elettriche. Al momento, la tecnologia delle batterie al litio domina il mercato, ma soluzioni innovative, come le batterie al litio-zolfo o al litio-ferro-fosfato, promettono di aumentare l’autonomia fino a oltre 700 chilometri con una singola carica. Tuttavia, una maggiore autonomia richiede batterie più grandi, il che si traduce in un impatto ambientale più elevato nella fase di produzione.
Un’altra sfida è rappresentata dalle infrastrutture di ricarica. Sebbene le grandi città stiano migliorando le reti di ricarica, in molte aree rurali la disponibilità di punti di ricarica è ancora limitata. La ricarica ultra-rapida, che consente di ricaricare fino all’80% della batteria in meno di 20 minuti, è in crescita, ma è necessario continuare ad investire per rendere la ricarica accessibile su scala più ampia.
Oltre alle auto elettriche, si stanno sviluppando anche altre soluzioni per la mobilità sostenibile. Un’opzione interessante sono gli e-fuels, carburanti sintetici prodotti a partire da idrogeno e CO2 catturata dall’atmosfera. Gli e-fuels permetteranno ai motori a combustione interna di continuare a funzionare anche dopo il 2035, data entro la quale l’Unione Europea prevede di vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel. Tuttavia, la produzione su larga scala degli e-fuels è ancora costosa e richiede un notevole apporto energetico, il che limita la loro diffusione attuale.
In parallelo, le auto a idrogeno (Fuel Cell Electric Vehicles) stanno guadagnando attenzione, soprattutto per il trasporto di merci su lunghe distanze, dove le batterie pesanti non rappresentano una soluzione praticabile. Anche in questo caso, però, la produzione e distribuzione di idrogeno richiedono investimenti infrastrutturali significativi.