Diplomifici, che cosa sono? Esistono davvero?

La scuola, si sa, non è un periodo facile per i ragazzi, e per alcuni mettersi sui libri a studiare è un vero e proprio incubo.

Una scorciatoia che sempre più persone scelgono di intraprendere è quella dei diplomifici, anche noti come “fabbriche di titoli”. Si tratta di un’istituzione che rilascia titoli di studio a fronte di scarsa verifica del profitto, o dei contenuti formativi dell’esperienza pregressa da convalidare.

Le fabbriche di titoli, anche se non riconosciute o autorizzate, possono operare in alcuni Paesi, ma sono bandite in quasi tutto il mondo dove vigono criteri stringenti per il rilascio di titoli di studio, entro una cornice definita dall’autorità pubblica.

Naturalmente occorre fare una precisazione: anche se in questo articolo stiamo indagando il modo dei diplomifici, non tutti i corsi di recupero anni sono di scarsa qualità; esistono anche dei corsi con la possibilità di prendere il diploma in un anno (modalità ben spiegata su Formazione Più) che, nonostante, il poco tempo a disposizione, forniscono dei contenuti di qualità. Come sempre, occorre verificare caso per caso (controcampus spiega bene come evitare le truffe).

Dopo questa doverosa premessa, cerchiamo di scoprire qualcosa di più sui diplomifici e sul loro funzionamento.

In Italia ci sono diplomifici? Come funzionano?

Non è raro che negli istituti paritari siano molto più numerosi gli iscritti agli ultimi anni rispetto a quelli del primo. E, proprio analizzando questi dati, scatta il campanello d’allarme.

Potrebbe, infatti, trattarsi di potenziali diplomifici, istituti dove si fa la corsa all’iscrizione all’ultimo anno per accaparrarsi, ad un prezzo congruo e con una fatica minima, un diploma. Ce ne sono tra i 200 e i 300, di istituti così, in tutta Italia, con un record imbarazzante in regioni come la Basilicata, la Campania, le Marche, l’Abruzzo, la Sicilia. Proprio in queste regioni gli studenti delle scuole paritarie secondarie raggiungono numeri esorbitanti solamente nell’ultimo anno di corso, a ridosso dell’esame di Stato, quando la ricevuta di pagamento basta a sanare anni e anni passati senza studiare.

Negli ultimi anni gli studenti delle scuole superiori che frequentano le paritarie sono 113 mila in tutta Italia, vale a dire circa il 4% del totale. Infatti, sono oltre 2 milioni e mezzo gli studenti delle statali.

La tendenza degli ultimi anni è quella dell’abbandono degli studi da parte degli alunni delle statali. Secondo i dati del Miur del 2015, gli abbandoni degli studi al primo anno sono in 606 mila, mentre al secondo scendono a 523 mila, e così via, per crollare al quinto, quando sono poco meno di 428 mila. Si tratta della ormai ben nota dispersione scolastica, che porta i ragazzi a non raggiungere l’esame di Stato.

Invece, la dinamica alle paritarie è profondamente diversa dalla situazione appena analizzata. Infatti, al primo anno gli iscritti sono circa 18 mila, mentre al terzo anno sono 20 mila e finiscono in 37 mila e 500, più del doppio.

Questo aumento degli iscritti è dovuto agli studenti svogliati, bocciati e poco motivati che hanno alle spalle famiglie disposte a pagare dai 2500 ai 5000 euro per consentirgli di saltare anni di studio per arrivare direttamente all’esame di Stato, dove ci sono solo fogli da firmare e nessuna prova vera.

Quanti sono i diplomifici in Italia

Negli ultimi anni non sono mancati i controlli da parte delle autorità che hanno portato alla revoca della parità scolastica a ben 26 istituti, e in tre (il Luca Pacioli e il Vittorio Emanuele di Nola, e l’Achille Lauro di Torre Annunziata), sono scattati anche i controlli della Guardia di finanza proprio durante le sessioni di esami di Stato.

L’obiettivo dei diplomifici, anche noti come laureifici o persino esamifici, è quello di promettere l’ottenimento di titoli legali dietro pagamento di un prezzo. Purtroppo, in genere non vengono eseguite lezioni o esami, di conseguenza è importante verificare la professionalità e la serietà di tali istituti prima dell’iscrizione.